Incoraggiare ulteriormente lo sviluppo nel settore dei programmi di screening dei tumori nell'Unione Europea. Questo il messaggio portante della relazione appena pubblicata "Cancer Screening in the European Union (2017): Report on the Implementation of the Council Recommendation on Cancer Screening" a cura dell'International Agency for Research on Cancer (IARC) con la collaborazione del CPO Piemonte, della  Cancer Society of Finland (CSF) e del Mass Screening Registry finlandese.

La relazione, giunta alla sua seconda edizione, rivela un deciso aumento nei programmi di screening nazionali per i tumori del seno, del collo dell'utero e del colon-retto. Ad oggi ammontano a 33 milioni i cittadini e le cittadine dell'Unione Europea che hanno potuto accedere a un programma organizzato di screening.

“Un importante valore aggiunto di questa edizione, rispetto alla precedente, è stata la possibilità di raccogliere e analizzare gli indicatori di performance dei programmi di screening europei in modo armonioso e standardizzato”, ha sottolineato Christopher Wild, direttore IARC, nella prefazione al documento.

Ed è proprio su questo aspetto cruciale che l’apporto del CPO Piemonte si è rivelato particolarmente prezioso: gli esperti dello screening di Torino, infatti, hanno sviluppato gli strumenti per la raccolta online dei dati, basata sulla somministrazione di questionari attraverso il sito web del CPO e sulla compilazione di tavole Excel standardizzate.

Alla base del lavoro c'è l'approfondita analisi delle procedure che governano i tre screening e della loro variabilità internazionale; tale analisi ha portato alla creazione di tabelle i cui numeri, una volta inseriti, allo stesso tempo consentono il confronto delle performance di diversi Paesi e catturano e descrivono le specificità di ciascun Paese.

“Per arrivare a questo risultato abbiamo mirato a una struttura dati in grado di standardizzare il più possibile il calcolo dei principali indicatori di qualità, ma che fosse al contempo abbastanza elastica da consentirle di descrivere specifiche varianti, in modo da darne conto con un approccio che chiameremmo glocal, punto di incontro dei due approcci global e local”, ha dichiarato Mariano Tomatis del CPO, che ha gestito il sistema di data management.

Nel merito, secondo Antonio Ponti, il principal investigator del rapporto, “programmi di screening su base di popolazione sono presenti in 25 dei Paesi membri per quanto riguarda il tumore della mammella, in 22 per quanto riguarda la cervice uterina e in 20 per il colon-retto. La graduale e costante diffusione in Europa di programmi di provata efficacia contribuisce a diminuire la mortalità per cancro e, per quanto riguarda la cervice uterina e il colon-retto, anche la sua frequenza”.

“La pubblicazione di questo importante rapporto dimostra ancora una volta il ruolo di spicco dello screening piemontese a livello internazionale. Questa rilevanza si traduce non solo in prestigio, ma anche nell’opportunità concreta per le cittadine e i cittadini della nostra Regione di accedere a un servizio d’eccellenza e a protocolli innovativi (tomosintesi, test HPV, endoscopia) senza distinzioni dipendenti dallo status socioeconomico. Questo anche grazie alla possibilità di svolgere ricerca scientifica di alto livello, che ci auguriamo sia mantenuta nel futuro”, chiosa Nereo Segnan, direttore della Struttura di Epidemiologia, Screening e Registro Tumori - CPO Piemonte - AOU Città della Salute e della Scienza di Torino.


Per saperne di più: