Uno studio pubblicato su Annals of Emergency Medicine rivela come l'ecografia polmonare possa essere uno strumento prezioso per intercettare le infezioni che determinano polmoniti e che possono sfuggire (almeno inizialmente) al tampone.
Lo studio, condotto dai medici della Medicina d'Urgenza dell'ospedale Molinette dell'AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, ha arruolato 228 pazienti con sintomi suggestivi per COVID-19, di cui 107 diagnosticati come affetti da polmonite da COVID-19 in seguito al riscontro di positività del tampone naso-faringeo.
L'aggiunta dell'ecografia polmonare, eseguita insieme alla visita medica, ha permesso di identificare correttamente altri 21 casi di polmonite da COVID-19 (quasi il 20%) tra quanti erano stati erroneamente catalogati, in base al risultato del primo tampone naso-faringeo, come negativi.
La rapida e corretta identificazione dei pazienti con polmonite da COVID-19 in Pronto Soccorso consente di isolare precocemente i soggetti malati, limitando la diffusione dei contagi non solo all'interno dell'ospedale, ma anche sul territorio, grazie alle misure di isolamento applicate ai contatti stretti.
Lo studio è stato in parte condotto con ecografi portatili collegabili direttamente a uno smartphone: la facilità d'uso e maneggevolezza di questi apparecchi ne rendono ipotizzabile un utilizzo sempre più diffuso, addirittura al domicilio dei pazienti.
Per saperne di più:
- leggi l'articolo scientifico: Lung Ultrasonography for the Diagnosis of SARS-CoV-2 Pneumonia in the Emergency Department
- ascolta l'intervista a Emanuele Pivetta, primo autore dello studio, realizzata nell'ambito del progetto Re-Action e del canale FaceBook di approfondimento sulla pandemia "Coronavirus - Dati e Analisi Scientifiche"
[foto: Anastasia Gepp da Pixabay]