Il 2 gennaio scorso l’autorevole rivista scientifica Science ha pubblicato un articolo intitolato “Cancer etiology. Variation in cancer risk among tissues can be explained by the number of stem cell divisions”, firmato da un matematico, Cristian Tomasetti, e da Bert Vogelstein, noto scienziato esperto in genomica dei tumori, entrambi della Johns Hopkins University di Baltimora.

La notizia “shock” contenuta nell’articolo, ribattuta immediatamente dalle principali agenzie e testate giornalistiche di tutto il mondo, è che sia la sfortuna (definita come il verificarsi di mutazioni casuali nelle cellule staminali) il principale determinante di molti tipi di tumore (i due terzi ossia la maggioranza!) e che, per questi, le misure di prevenzione primaria non abbiano un’elevata probabilità di dimostrarsi efficaci (tra essi il melanoma e il tumore dell’esofago).

Fra le numerosissime reazioni suscitate dall’articolo in questione, si segnalano alcuni interventi al dibattito tuttora in corso: un puntuale e chiarissimo articolo di Paolo Vineis, professore di epidemiologia all’Imperial College di Londra, il comunicato stampa ufficiale dell'International Agency for Research on Cancer e, infine, le molteplici considerazioni di una giornalista scientifica, che offrono una panoramica sulle tante sfaccettature che può assumere la divulgazione scientifica, insieme al contributo apparso sul blog dell'American Institute for Cancer Research.
Infine, si rimanda alla pagina di approfondimento presente su Epidemiologia & Prevenzione.
 

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